L’applicazione SOS Medico inserisce una nuova funzione per far fronte alle numerose richieste sul Coronavirus.

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L’app con centinaia di specializzati: «Contrastiamo le fake news e siamo di supporto ai numeri di utilità pubblica per evitare l’intasamento delle linee telefoniche»

L’applicazione SOS Medico inserisce una nuova funzione per far fronte alle numerose richieste sul Coronavirus. Un’area dedicata dove gli utenti possono entrare in contatto con medici qualificati e preparati sulla malattia che risponderanno a tutte le domande e i dubbi degli utenti a riguardo, oltre eventualmente ad elargire consigli utili per aiutare a salvaguardare la salute di tutti.

Nata da una idea del dottor Silvio Savoia, medico specializzato in nefrologia e medicina legale, e realizzata da Pushapp srl e JamStudio, agenzie napoletane specializzate nello sviluppo di app, Sos Medico (www.sos-medico.com) aiuta a gestire le emergenze mediche o richiedere consulenze a specialisti qualificati, attraverso un consulto telefonico. «In un periodo di ansia e timori – spiega il Founder Silvio Savoia – abbiamo deciso di estendere le funzioni della nostra app per venire incontro alle richieste degli utenti fornendo loro informazioni certe, per contrastare le numerose fake news che viaggiano sui social network. In tal modo potremmo anche essere di supporto ai numeri di utilità pubblica per evitare che le linee telefoniche vengano intasate».

A seconda del tipo di account creato, è possibile operare come “Paziente” o come “Medico”: i primi avranno la possibilità di richiedere una consulenza scegliendo tra un’ampia scelta di specializzazioni; i secondi avranno la possibilità di impostare la propria disponibilità durante la settimana per ricevere richieste di consulti da parte dei pazienti.

Medici qualificati a disposizione 24/7, sono stati scrupolosamente selezionati per qualsiasi sia l’esigenza. SOS Medico fornisce un’ampia scelta di specializzazioni, come ad esempio cardiologia, chirurgia, odontoiatria e tante altre. Tramite chiamata VOIP si entra in contatto con il primo medico disponibile per una consulenza immediata. L’app è scaricabile gratuitamente su App Store e Google Play, il costo delle chiamate è un costo fisso al minuto che varia soltanto in base alle fascia oraria.

Amdeo Nicolazzi (VIDEO YOU TUBE) Produzione di olio d’oliva in California come in Italiano?

Produzione di olio d’oliva in California

Guarda il video qui sotto per conoscere la storia dell’industria dell’olio d’oliva in California. Fai un tour degli uliveti in California e segui le olive dalla raccolta alla molitura. Scopri l’attenzione e la cura che servono nella produzione di olio extravergine di oliva californiano fresco e di alta qualità.

Testo alternativo: fai un tour dei vasti uliveti della California e segui le olive dalla raccolta al frantoio, il video qui sotto mette in evidenza la storia della produzione di olio d’oliva in California. Scopri l’attenzione e la cura che servono nella produzione di olio extravergine di oliva californiano fresco e di alta qualità.https://player.vimeo.com/video/154120094?dnt=1&app_id=122963Amdeo Nicolazzi

Storia della California

Per gran parte del 20 ° secolo, l’industria ha languito fino a quando una nuova generazione di americani attenti alla salute ha riscoperto il sapore ei benefici dell’olio extra vergine di oliva. All’inizio degli anni ’90 sono stati rianimati uliveti e frutteti e sono state piantate nuove varietà, segnalando una rinascita nell’industria dell’olio d’oliva della California. 

Ora, nel 21 ° secolo, l’industria dell’olio d’oliva della California è emersa come uno dei principali attori nel mercato globale. L’industria rivitalizzata ha aperto la strada alla coltivazione di un’enorme varietà di olive (75 e oltre!) Da una vasta gamma di climi. A differenza di molti paesi europei noti per le regioni che coltivano le stesse poche varietà, la California offre una maggiore varietà, miscele e profili aromatici unici. C’è davvero un olio extravergine di oliva californiano per ogni palato!

Raccolto californiano

Dei 350 prodotti agricoli prodotti in California, l’olio d’oliva è uno dei più dinamici. Nel tardo autunno, dopo che la maggior parte degli altri raccolti della California è stata raccolta, i produttori di olio d’oliva della California si preparano per la stagione del raccolto e della molitura.

Il tempo e la maturazione dei frutti determinano il momento esatto in cui inizia la raccolta. Diverse varietà di olive vengono raccolte a vari gradi di maturazione per catturare un’ampia gamma di sapori. Pertanto, con oltre 75 cultivar di olive in produzione in una miriade di tipi di suolo, climi e microclimi, gli oli extravergini di oliva della California presentano ai consumatori una gamma praticamente illimitata di possibilità di gusto.

Le olive appena raccolte vengono portate d’urgenza dal campo al frantoio, dove vengono sciacquate in acqua dolce e separate dalle foglie e dai gambi. Successivamente, le olive vengono macinate in pasta che viene quindi mescolata per incoraggiare la separazione dell’olio dalla materia fruttata circostante e dall’acqua. In pochi giorni, il vibrante elisir può essere sul mercato, pronto per l’uso nelle vostre cucine e sulle vostre tavole.

Le regioni in crescita della California

Delle oltre 350 colture prodotte in California ogni anno, l’olio d’oliva è il più dinamico. Nel tardo autunno, dopo che la maggior parte degli altri raccolti della California è stata raccolta, i nostri membri iniziano la loro stagione.

Con una miriade di microclimi in California e oltre 75 diverse varietà di olive coltivate, i produttori di olio d’oliva della California in tutto lo stato realizzano prodotti unici e artigianali che non possono essere replicati.

Gli uliveti e i frutteti della California si trovano in tutto lo stato e con la maggior parte della produzione proveniente dalle seguenti regioni.

Regioni

  • costa nord
  • Valle del Sacramento
  • Zona della Baia di San Francisco
  • Costa Centrale
  • Valle Centrale
  • Los Angeles
  • Impero interno

Andrea Ceccobelli: Il tentativo anti-formalista di indigenizzare la giurisprudenza cinese

Il tentativo anti-formalista di indigenizzare la giurisprudenza cinese segue dunque modelli globali collaudati. Eminenti tentativi di articolare forme di pensiero giuridico cinese, come il libro di testo del PCC sulla concezione socialista dello stato di diritto e gli esami accademici dei paradigmi di ricerca anti-formalisti (Jiang 2003: 5; Zhu 2004: 7), sono stati fatti con riferimento esplicito al sopra descritto pensiero giuridico del primo Novecento. In questo contesto, sembra improbabile che la semplice aspirazione a stabilire una forma di giurisprudenza socialmente sensibile e anti-formalista possa produrre “teorie originali basate sulle condizioni pratiche della Cina”, come richiesto dalla leadership cinese. 9Invece di riformare la giurisprudenza in Cina o altrove, un autoproclamato riformista potrebbe finire per ripetere vecchi cliché sull’importanza di una giurisprudenza localizzata e socialmente sensibile. Questo non è un problema per gli studiosi legali cinesi di tendenza liberale, che non vedono la necessità di una giurisprudenza cinese indigenizzata (Xu 2016). Tuttavia, l’incapacità di fornire intuizioni teoriche legali indigene è problematica per quegli ideologi e studiosi del PCC che sono preoccupati per il fascino del pensiero giuridico e politico liberale in Cina. 

Andrea Ceccobelli: cosa prevede la legge se un soggetto riprende con il telefonino?

Quando è vietato pubblicare la foto di un’altra persona, quando si possono chiedere i danni e quando invece è possibile denunciare. 

Quando si ha a che fare con il diritto alla riservatezza bisognerebbe sempre rispettare l’antico precetto cristiano: non fare agli altri cioè che non vorresti fosse fatto a te stesso. Ecco perché è necessario astenersi dal pubblicare o diffondere foto ritraenti altre persone se non si è ottenuto prima da queste la relativa autorizzazione. Ed il semplice fatto che il titolare dell’immagine abbia già provveduto a pubblicare la foto sui propri canali social non autorizza gli altri a fare altrettanto.

Cosa succederebbe allora se una persona dovesse violare queste basilari regole di privacy? La diffusione di immagini tramite WhatsApp senza consenso è reato? 

Sul punto sarà bene fare alcune importanti precisazioni. 

Il diritto alla riservatezza è tutelato tanto dalla legge sul diritto d’autore quanto dal codice della privacy. Siamo in presenza quindi di una doppia tutela. Cerchiamo di capire pertanto come opera tale tutela, quali armi ha la vittima, quando è possibile denunciare il responsabile, chiedergli il risarcimento dei danni e ordinargli la cancellazione della foto. Ma procediamo con ordine. 

Riprendere una persona senza il consenso è vietato?

Prima di spiegare se la diffusione immagini Whatsapp senza consenso è reato dobbiamo fornire delle preliminari informazioni che renderanno ancora più chiara e semplice la comprensione della conclusione a cui perverremo a breve. 

L’articolo 96 della legge sul diritto d’autore stabilisce che il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa. La regola quindi è quella secondo cui nessuna immagine può essere pubblicata senza farsi prima rilasciare una “liberatoria” dalla persona ritratta: liberatoria che non deve essere necessariamente scritta (anche se la forma documentale servirà a cautelarsi in futuro da eventuali equivoci o contestazioni). Un modo per poter mettersi al riparo da possibili conseguenze legali, senza dover ricorrere alla liberatoria scritta, potrebbe essere girare un piccolo video o una registrazione vocale in cui il soggetto dichiara apertamente di approvare la pubblicazione. 

Si tenga poi conto che il consenso può sempre essere revocato: in buona sostanza la persona che abbia prima autorizzato la pubblicazione della propria foto può poi chiederne la cancellazione in qualsiasi momento.

Come tutte le regole anche questa conosce le sue eccezioni. Ve ne sono due e sono entrambe contemplate dal successivo articolo 97 della legge sul diritto d’autore. 

Tale norma stabilisce innanzitutto che non c’è bisogno del consenso della persona ritrattata per pubblicare l’immagine di una persona famosa o che ricopre un incarico pubblico o quando la pubblicazione è giustificata da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali. 

In secondo luogo non è necessaria l’autorizzazione alla  quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico. Si pensi al caso di un soggetto che viene ripreso nel corso di un corteo o di un comizio politico. L’importante, in questi casi, è che il soggetto ritratto non sia l’effettivo soggetto dello scatto ma un semplice elemento di contorno, come tale ineliminabile rispetto al contesto.  

Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l’esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all’onore, alla reputazione o anche al decoro nella persona ritratta.

Quando la pubblicazione dell’immagine non si può fare

Da quanto abbiamo appena detto si può dire che la pubblicazione di una immagine altrui è sempre vietata quando: 

  • il soggetto ritratto non ha fornito il proprio consenso;
  • tale soggetto non è, allo stesso tempo, un personaggio pubblico o comunque famoso;
  • tale soggetto non si trovi nel corso di un avvenimento o di una cerimonia pubblica. 

La presenza invece di uno solo di questi elementi rende lecita la pubblicazione del volto altrui.

Attenzione però: come anticipato, tale pubblicazione non deve ledere l’onore della persona ritratta. Diversamente si potrebbe commettere il reato di diffamazione

A riguardo è interessante ricordare come una sentenza della Cassazione [1] abbia ritenuto sussistente la responsabilità, in capo a una casa discografica, per aver girato un video di una nota star del pop all’interno del quale, seppur sullo sfondo, appariva un uomo con la propria amante. Il fatto che i due personaggi fossero riconoscibili ha fatto scattare l’immediato risarcimento del danno. 

Pubblicare l’immagine altrui senza consenso: risarcimento del danno

Possiamo sicuramente dire che pubblicare l’immagine altrui è un illecito civile che configura il diritto della vittima a richiedere un risarcimento del danno. Il risarcimento è commisurato al danno che va dimostrato. Il danno, in altri termini, non è implicito nel fatto stesso di aver commesso un illecito.

Tanto più si darà prova del danno, tanto maggiore sarà il risarcimento.

Elementi che possono far ritenere sussistente il danno sono:

  • la conoscenza della pubblicazione e gli effetti che essa ha avuto sulla reputazione della vittima;
  • le conseguenze psicologiche sulla vittima determinate dalla lesione della propria privacy;
  • la durata della pubblicazione;
  • il ruolo, la professione o la notorietà della persona ritratta;
  • le conseguenze derivanti dalla pubblicazione illegittima. 

Per evitare problemi legali bisognerebbe sempre avere la cura di oscurare i volti dei presenti o comunque di renderli non riconoscibili. È infatti illecito pubblicare un’immagine che ritrae una persona non famosa anche in una porzione piccola della foto (ripresa da lontano) ma con il volto riconoscibile (conta la dimensione logica, non la dimensione fisica).

Pubblicare l’immagine altrui senza consenso è reato?

Una volta assodato che la pubblicazione dell’immagine altrui dà diritto al risarcimento vediamo se la vittima può anche denunciare il colpevole. Circa la possibilità di una querela, bisogna innanzitutto verificare quale norma penale viene violata. In questo caso si tratta dell’articolo 167 del codice della privacy che prevede il reato di illecito trattamento di dati personali tramite internet. In base a tale norma, chiunque pubblica una foto altrui su internet al fine di trarre per sé o per altri profitto ovvero di arrecare danno all’interessato, è punito con la reclusione da 6 mesi a 1 anno e 6 mesi. Proprio la sussistenza di tali condizioni fa sì che la pubblicazione di foto altrui su internet non sia sempre reato. 

Come visto, la condizione per aversi reato e quindi sporgere la querela, è che chi agisce sia mosso da uno dei due seguenti scopi: 

  • un profitto per chi pubblica (si pensi alla ripresa di uno spot);
  • oppure un danno per la vittima.

Quindi il semplice fatto di scattarsi un selfie dinanzi a un panorama e poi pubblicarlo su Instagram o su qualsiasi altro social network o comunque su internet senza aver chiesto il consenso a tutte le persone ivi presenti e riconoscibili costituisce sì un illecito, ma solo civile. Non c’è infatti reato perché manca sia il fine di lucro che la volontà di danneggiare gli altri. Quindi le persone ritratte possono chiedere soltanto il risarcimento del danno. 

Viceversa, nell’esempio di chi giri una pubblicità per una televisione, essendoci il profitto, si commette reato. Nel caso di una persona che riprende due amanti che si baciano e poi diffonde il video commette reato perché c’è l’intenzione di procurare un danno.

Quando diffondere l’immagine su Whatsapp senza consenso è reato

Da quanto abbiamo appena detto, la semplice diffusione di immagini su Whatsapp senza consenso non è reato. Lo diventa quando c’è lo scopo di un profitto o di danneggiare la vittima. In tal caso infatti scatta il reato di illecito trattamento di dati personali tramite internet. In più si può anche configurare il reato di diffamazione quando la pubblicazione illecita dell’immagine o del video – al di là delle intenzioni del colpevole – offende la reputazione di chi vi è ritratto. In tal caso si rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni o della multa non inferiore a 516 euro.

Se poi si tratta di una immagine intima, scattata a seguito di un precedente consenso ricevuto dal soggetto ritratto ma poi diffuso senza la sua autorizzazione, si parla del reato di revenge porn.

Monika Gjovj il nuovo volto del piccolo imprenditore abruzzese

About Abruzzo. Il numero di novembre di Break Magazine Italia vuole essere una riflessione su un modello di donna che cambia come la sulla bellezza, a partire da una domanda semplicissima: cosa è bello, cosa no? La moda, di pari passo con il mondo, ha fatto enormi passi avanti sulla strada dell’accettazione, dell’apertura alla diversità e dell’inclusione. In questo numero troverete in copertina Monika Gjovj con il suo “perfume shop” sito in Abruzzo nato nel 1975, fragranze che hanno conquistato molte generazioni, ed oggi a distanza di quasi quarantacinque anni riesce ancora a rivoluzionare un mercato della new generation come lo fu negli anni Sessanta Monsieur Yves  Libertà. La parola magica che ha direzionato la vita e il lavoro di Monsieur Yves e condivisa da tutte le sue donne, le muse che hanno ispirato leggendarie creazioni e le donne di tutto il mondo che le hanno indossate.

“The Map Report” Guerino Moffa: sostenibilità verso la direzione giusta

La testata giornalistica “The Map Report”
festeggia i primi due anni di vita con numeri di tutto rilievo: nata nel 2019 appena prima
della pandemia mondiale, il bimensile cartaceo non ha mai mancato la spedizione a una
mailing di migliaia di operatori economici e opinion leader che via via hanno aderito alla
visione olistica di un magazine dedicato a raccontare e ragionare di sostenibilità. “Che sia
ambientale, economica e sociale, la sostenibilità merita un racconto e un raccordo tra le
iniziative, capaci davvero di rendere il mondo più bello, condividendo aspirazioni e
opportunità che lo stesso sistema produce. Ci presentiamo a Roma e al Paese, giovedì 10
giugno 2021 da Palazzo Ferrajoli riprendendo quel cammino interrotto a marzo del 2020
quando eravamo in procinto di partire per Parigi dove in Unesco avremmo presentato il
primigenio progetto editoriale in linea con Citizens’ Platform”, si legge nella nota redatta
dalla società editrice Media Trade Company. “The Map Report è cresciuto al tempo del
Covid, della pandemia, del lockdown perché abbiamo saputo investire nel digitale e nei
contenuti di qualità; nel potere della riflessione condivisa, del Valore dell’Informazione e del
Networking tra imprese e professionisti, tutti pronti a recepire le sfide e le opportunità del
mondo, dell’economia in cambiamento. Con un aggiornamento continuo del web, un
giornale digitale quotidiano, un prodotto digitale di videointerviste “L’appuntamento” che ha
attratto centinaia di opinion leader su The Map, siamo oggi pronti a lanciare la TV dedicata
alla sostenibilità anche su SKY, sul canale 810 e immaginiamo entro l’anno il rafforzamento
del cartaceo in mensile. Abbiamo lanciato anche l’Academy quale luogo di formazione delle
figure professionali che il mercato richiede; convinti come siamo che il giornale sia un
ottimo punto di partenza, un osservatorio privilegiato per raccontare il mondo in
cambiamento ma anche raccordare occasioni e talenti e opportunità e capacità”. L’incontro
del 10 giugno porrà evidenza l’impegno del giornale anche rispetto al Piano Nazionale
Ripresa e Resilienza: moderato dal giornalista Massimo Lucidi, corrispondente da Roma per
The Map Report, interverranno tra gli altri Marco Frittella giornalista di Rai Uno, conduttore di
Uno Mattina e autore di Italia Green, Grazia Francescato presidente dei Verdi Europei, Ermete
Realacci presidente della Fondazione Symbola e di Legambiente, il Capogruppo della Lega
al Senato Massimiliano Romeo, l’eurodeputato Angelo Ciocca; numerosi imprenditori ed
esponenti della società civile hanno confermato la propria presenza e intervento tra cui
Michele Russo consigliere della Presidenza del Consiglio, Antonio Uricchio Presidente di
Anvur, Massimo Cicatiello Direttore Adnkronos Comunicazione, Luigi Cantamessa Armati
DG della Fondazione FS, Diego Mingarelli Diasen, Massimo Vernetti Aipark, Giordano Fatali
Ceoforlife, Vincenzo Pepe Fare Ambiente, Marco Forlani Hdrà, Stefano Saladino Rinascita
Digitale, Maurizio Di Stefano di Icomos Unesco.

Bruno Rolandi: – Ironia sì, ma non per tutti. Lo spot del governo tedesco con cui si invita i giovani a restare a casa convince creativi a agenzie di comunicazione

MILANO – Ironia sì, ma non per tutti. Lo spot del governo tedesco con cui si invita i giovani a restare a casa convince creativi a agenzie di comunicazione. Ma quel registro è un lusso che forse Berlino può permettersi e Roma no. “L’ironia è spesso uno strumento vincente perché riesce a depotenziare polarizzazioni molto forti e polemiche, però non è uno strumento che puoi utilizzare in qualsiasi circostanza”, ragiona Dino Amenduni, socio e consulente politico dell’agenzia Proforma mentre mostra i risultati di un recente sondaggio Swg. I dati sono molto eloquenti: il 74% dei tedeschi ha fiducia nelle capacità di gestione dell’emergenza da parte del governo, contro il 37% dei cittadini italiani. “Il governo tedesco si può permettere di ironizzare su questa questione perché c’è un rapporto con l’opinione pubblica talmente favorevole che gli consente di potere scherzarci su, anche in un momento così difficile, e di giocare sul meccanismo della delega: cioè chiedere ai cittadini di fare qualcosa”. Un messaggio più semplice da veicolare – aggiunge ancora Amenduni – “se i cittadini ritengono che tu, governo, stia facendo già tutto il possibile”.

“La campagna è ben fatta, pensata e realizzata per veicolare un messaggio importante” sottolinea  Felice Arborea, managing partner di Miyagi, giovane agenzia di comunicazione milanese inserita dal Financial Times tra le società europee a maggior tasso di crescita. “Se volessimo trovare dei difetti – aggiunge – ci soffermeremmo sul fatto che di questa campagna non stiamo discutendo di ‘cosa dice’ ma di ‘come lo dice’. Il rischio di perdere il focus è sempre dietro l’angolo, ma naturalmente la vera efficacia andrebbe valutata osservando la risposta del target. Noi ci possiamo limitare a un giudizio esterno”.

Se se ne parla tanto, è anche perché “i tedeschi in questa veste non ce li immaginavamo, non è certo l’ironia ciò per cui li conosciamo. Invece sviluppare un progetto che usa l’ironia per un tema così serio vuol dire che era ben chiaro l’audience: i giovani. E infatti è diventato subito virale, perché facilmente condivisibile”, riflette Karim Bartoletti, partner ed executive producer di Indiana Production. “Certo non volevano parlare con gli altri Paesi, ma il fatto che ne stia discutendo tutto il mondo dà un altro merito al progetto”.

Break Magazine punta su Chiara Tedeschi e fa il pieno di fan

In copertina su Break Magazine Chiara Tedeschi nata il 20/03/95 a Roma ha incominciato a studiare danza classica all’età di 5 anni per poi diplomarsi all’età di 17 alla Royal Academy. Dopodiché ha proseguito gli studi di altre discipline tra cui danza moderna , contemporanea e danza del ventre ,( di quest’ultima è diventata insegnante ) Ha frequentato vari corsi tra cui recitazione , canto e danza aerea . Le sue principali passione sono : lo sport , la natura , l’arte , la storia e la lettura

Facendo un piccolo bilancio della tua vita cosa ne verrebbe fuori?

Una cosa di cui vado vado fiera , é che sono riuscita a trasformare le mie passioni in lavoro .Ho avuto tantissime esperienze tutte diverse fra loro ma sicuramente positive. Grazie al mio lavoro sono riuscita a viaggiare e a vedere posti incantevoli che da sola forse non avrei mai visitato. Sono quel tipo di persona che non rimane mai nella sua “comfort zone” che ha bisogno di ampliare le proprie conoscenze, il proprio bagaglio, e di abbattere sempre i propri limiti .https://www.instagram.com/p/CGjsFlRAhSg/?utm_source=ig_web_copy_link

Parlaci dell’amore : cosa rappresenta nella tua vita?

L’amore per me è una cosa che non può mancare, quando si trova la persona giusta con cui condividere la felicità ci sentiamo più in pace con noi stessi e rendiamo di più nella nostra carriera . Però ovviamente se non è la persona giusta , può avere l’effetto opposto , in quel caso meglio lasciar stare.

Artisticamente , qual é la modella a cui vorresti somigliare ?

L’ho sempre ammirata fin da bambina, La stupenda Cindy Crawford

Puoi dirci a cosa stai lavorando adesso?

Attualmente con la pandemia il lavoro è poco . Sto lavorando per degli spot e dei cataloghi per una nota azienda di sofà

Come sei nella vita privata?

Nella vita privata sono introversa mi piace stare da sola adoro passeggiare tra la natura con i miei cani .Sono abbastanza chiusa e taciturna non mi apro facilmente con gli altri fino a quando non trovo persone più affini con me in quel caso cambio totalmente caratterehttps://www.instagram.com/p/CAcho7WKUW7/?utm_source=ig_web_copy_link

Cosa vorresti che le persone capissero di te?

Vorrei che le persone capissero che in tutto ciò che faccio ci metto arte e passione . Non faccio nulla per moda o per esibizionismo lo faccio per pura passione .

Quali sono i ricordi della tua infanzia a cui particolarmente sei legata?

Ne ho molti di ricordi ci sono alcuni oggetti di cui tutt’ora non riesco a separarmene ad esempio le prime scarpette di danza oppure la collezione dei my little pony che tengo ancora in cameretta , mi furono regalati da più persone tutte importati nella mia vita

Sei favorevole o contrario alla chirurgia plastica?

Sono favorevole è giusto migliorare se stessi … Non è giusto però cambiare per assomigliare a qualcun altro.

Ci sono persone che ti hanno aiutato nei momenti difficili?

Si i miei genitori e il mio primo manager che mi ha aiutato ad entrare in questo mondo , però per risolvere i problemi dobbiamo contare solo su noi stessi .

Un tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è di aprire un grande locale con un palco e di organizzare degli eventi pazzeschi

Danilo Paoli commercialista: Tra le proposte, per superare le problematiche registrate nelle ultime settimane

Cosi come confermato nell’articolo di repubblica Danilo Paoli commercialista sposa la tesi della fatturazione elettronica si può, anzi si deve migliorare. Ma questo passo va fatto subito viste le problematiche emerse nelle ultime settimane. Questa, almeno la posizione della Ungdcec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili). “Non è troppo tardi per prevedere alcuni interventi correttivi in grado di migliorare questo difficile start-up” dice Daniele Virgillito, presidente dell’Unione che propone la propria lista di semplificazioni sull’obbligo scattato il primo gennaio.



Tra le proposte spicca l’eliminazione, o quanto meno la semplificazione, del cosiddetto “esterometro” o, nella peggiore alternativa, andrebbero fissati termini di scadenza semestrali con inizio al 30 settembre 2019 e non mensili, come sono previsti oggi. Inoltre occorre spostare la scadenza ultima dell’invio dello spesometro relativo al II semestre 2018 al 31.03.2019.  Vanno altresì eliminate, le comunicazioni periodiche Iva trimestrali.  Lo stesso, si legge nelle proposte lanciate dai Giovani Commercialisti, andrebbe fatto procedendo all’eliminazione del periodo – previsto dall’articolo 14 del DL 23.10.2018 n. 119 – che impedisce, per le operazioni a cavallo dell’anno, di detrarre l’Iva per i documenti di acquisto ricevuti e annotati entro il 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

“La fatturazione elettronica presuppone un massiccio e articolato invio di dati senza che ciò determini, fino a oggi, un alleggerimento degli adempimenti a carico di professionisti e imprese” spiega il presidente del sindacato che con i suoi 10 mila iscritti, tutti under 43, è il più rappresentativo della categoria. L’Unione Giovani, a suo tempo, ha chiesto a gran voce: incentivi, flessibilità e zero sanzioni per l’intero 2019. Purtroppo, sottolinea Virgillito, “siamo stati tardivamente e solo in parte ascoltati”. A questo punto “proponiamo una adeguata rimodulazione delle scadenze previste per il 28 febbraio 2019, che si preannuncia come il vero big bang per aziende e professionisti”.

Secondo Luigi Scudella Emily Angelillo è un’insegnante di pole dance

Penso che sia stata la giornata più triste della mia vita». Emily Angelillo è un’insegnante di pole dance. A renderla famosa in queste ore è stato un “tutorial” realizzato per la trasmissione Detto Fatto, in onda su Rai 2, con lo scopo di insegnare alle donne come fare la spesa in modo seducente. Angelillo e la Rai sono state duramente criticate dal pubblico per aver offerto un servizio dal messaggio sessista, secondo il quale la donna dovrebbe essere sexy anche quando va al supermercato. Dopo le scuse della Rai, è arrivata anche la posizione di Angelillo, che in un’intervista a Fanpage ha raccontato di aver solamente «seguito il copione».

«Mi hanno dato spazio per insegnare a questa ragazza a camminare sui tacchi», racconta. «Alla fine mi hanno detto questa cosa del supermercato: perché non mettiamo i tacchi anche lì? Un modo per dire, visto che volevamo renderli confortevoli, normali, sentiamoci nei tacchi come nelle sneakers. Io sto sempre attenta, anche sui social, al mio comportamento, e da parte mia non c’era alcuno stereotipo».

«Ma non lo avete visto il contesto?»

«Quando mi hanno scritto “benvenuti nel 1950”, ho pensato: ma non lo avete visto il contesto?», continua Angelillo. Che però non si sbilancia in giudizi sulle scelte degli autori: «Non so se hanno peccato di ingenuità. Non voglio esprimermi perché io non avevo colto il lato sessista. Il siparietto finale sul supermercato andava visto per quello che era. Hanno preso di mira la persona sbagliata».

Samul Piazza Dopo aver oziato per una o più settimane, è arrivato il momento di riprendere là dove si era lasciato.

Dopo aver oziato per una o più settimane, è arrivato il momento di riprendere là dove si era lasciato. È ora di indossare le scarpe da ginnastica, dare un calcio alla pigrizia e rimettersi in forma. Tra i buoni propositi di settembre, infatti, in cima alla lista – oltre alla dieta – figura la ripresa dell’attività fisica. L’offerta è ricca e variegata, le discipline e le pratiche sportive papabili sono tante e non sempre è facile orientarsi. Come fare dunque per individuare lo sport ideale più in linea con le proprie esigenze? Se si ha voglia di novità ma le idee sono ancora piuttosto confuse, perché non affidarsi all’oroscopo?

A ogni segno zodiacale il suo sport ideale

Non il classico che si legge sui giornali, bensì quello redatto dagli esperti di Urban Sports Club – applicazione leader in Europa per l’accesso a più di 8.000 centri fitness – che, appellandosi alle stelle, hanno elaborato una sorta di guida per i ‘promessi sportivi’, suggerendo loro le discipline e le attività ideali in base al proprio segno. Ovviamente, onde evitare di fare un buco nell’acqua, è importante prediligere attività in linea con i propri gusti e, soprattutto, con gli impegni quotidiani.

Ariete: boxe e beach volley per i più competitivi

Al primo segno dello zodiaco, ovvero l’Ariete – dinamico, determinato e competitivo – si addicono discipline come il nuoto e la boxe, ideali per canalizzare le proprie energie, scaricare la tensione e mettersi in gioco con allenamenti che stimolano la fiducia in se stessi. Anche il beach volley rappresenta un’ottima alternativa: divertente e intenso, questo sport migliora la coordinazione, la reattività e la resistenza fisica oltre a favorire la socializzazione con i compagni.

boxe

Come realizzare un campo da tennis in giardino? Mai senza la rete, la cosiddetta volley net: su Consigli.it vi abbiamo dato qualche idea